Sinossi “Masche”
Ogni luogo ha il
suo patrimonio di mistero e racconta di donne e uomini con poteri speciali (sia
malefici che guaritori), di leggende, di fatti inspiegabili razionalmente.
Nelle antiche
campagne piemontesi figure leggendarie (o reali?) erano le Masche, donne, ma anche uomini, con un particolare potere in grado
di soggiogare i malcapitati che non potevano rendersene conto, un’energia per
cui bastava un loro sguardo per fermare macchine agricole, far impazzire
animali, far ammalare la gente e cose simili.
Negli anni
Sessanta, un gruppo di amici e familiari si riunisce in campagna per un allegro
pomeriggio in compagnia.
Alla fine del
pranzo, i bambini chiedono con entusiasmo a un’ anziana del gruppo di
raccontare una delle sue “storie del mistero”, storie dei tempi passati.
E’ una bella
abitudine per loro ascoltare le storie di Bianca, ogni volta che si riuniscono
lei sa intrattenere con racconti che ora sembrano favole ma che, a detta sua,
rievocano fatti realmente accaduti tanti e tanti anni prima.
Anche questa
volta Bianca rievoca una storia che sentiva narrare durante le veglie quand’era
bambina.
Una storia di
Masche, la storia della Masca innamorata,
una storia che aveva coinvolto la famiglia di suo padre “Pensate, una Masca voleva nientemeno che sposare mio padre!”
Chiude gli
occhi, comincia a ricordare, tutti ascoltano in silenzio e la vicenda si
materializza, la Masca Dulcidia si invaghisce del giovane Remo, ma riuscirà nel
suo intento?
Ancora,
esistevano anche misteriosi guaritori in grado di sanare malattie con antichi
riti gelosamente custoditi. E noi lo vedremo davvero.
La telecamera
torna indietro nel tempo, cerca per noi le storie narrate dall’anziana signora
e le ripropone, vive e reali, a noi spettatori odierni che, altrimenti, non
avremmo mai avuto occasione di vedere quelle realtà misteriose del secolo
passato.